Il racconto di Massimo che, arrivato a Villa Maraini dopo aver chiesto aiuto al Camper dell’Unità di Strada a Tor Bella Monaca, viene inviato in sede ed inizia il suo percorso di cura al servizio a media soglia SPOT, per poi decidere di passare alla Comunità Terapeutica, non senza salutare prima gli altri utenti e lo staff con cui ha maturato l’idea di cambiamento.

Sono arrivato a Roma da Milano, scappavo per l’ennesima volta da una città all’altra pensando di avere la forza di ricominciare, lontano dalla droga. Arrivato a Roma però le mie abitudini non hanno tardato a manifestarsi, mi sono ritrovato a Tor Bella Monaca ad usare l’eroina, triste, solo e in balia di me stesso. Stanco e sconfitto ancora una volta ho chiesto aiuto, questa volta agli operatori del Camper dell’Unità di Strada di Villa Maraini, dove ho trovato Claudio pronto ad ascoltarmi.

Una volta appurato che la stanchezza aveva preso il sopravvento sulla sostanza, ha colto la palla al balzo chiamando in Fondazione, ed indirizzandomi verso il servizio che riteneva più idoneo: la media soglia di S.P.O.T. (Servizio Psicoterapeutico Osservazione e Trattamento). Spiegata la situazione al responsabile del servizio Carlo, l’indomani approfittando del miglior consiglio che mi abbiano mai dato, mi recai in sede. Cominciando il programma a S.P.O.T., mi resi sempre più conto della storia falsa che mi ero costruito per nascondere un disagio troppo grande, un muro tirato su più che bene! Capii di essere molto agitato, confuso ed emotivo, con la sostanza che urlava e reclamava attenzione. Ma capii anche di aver trovato persone pronte ad ascoltare tutto quello che non avevo mai potuto esternare per anni, ho trovato utenti con i miei stessi problemi e operatori che hanno reso possibile il distacco dalla sostanza in maniera sensata e sotto controllo. Senza di loro non avrei superato nemmeno le prime crisi avute nelle prime 3 settimane.

Un giorno avvenne un fatto chiave per me: da un semplice ma forte litigio con un altro utente, si aprì la prima crepa in quel muro che avevo ben costruito e che mi impediva di allontanarmi dalla sostanza. Piansi, di un pianto inizialmente strozzato e pieno di vergogna, ma poi fu proprio in quel momento che gli psicologi Carlo e Greta, mi chiesero di lasciarmi andare, liberando quel pianto strozzato, lo feci, e poco dopo non sentii più alcun blocco alla gola, ma ero più leggero. Da quel giorno in poi fui consapevole di cosa mi faceva star male, ma soprattutto di cosa mi avrebbe potuto far star bene. I giorni seguenti li affrontai con più serenità, tanto da arrivare alla scelta di passare all’alta soglia nella cura della mia dipendenza patologica: la comunità terapeutica, che personalmente ho sempre visto come un grande pulsante rosso con scritto “premi per cambiare”. La mia voglia di cambiamento e di recupero di emozioni, mi ha portato a volere essere parte di un gruppo che si aiuta avendo lo stesso obiettivo, cosa che avviene nella Comunità di Villa Maraini: un gruppo che, superando tante sfide, riuscirà anche a creare rapporti di amicizia, dandomi la possibilità di essere apprezzato per quello sono. Questa sensazione di speranza mi ha travolto e mi sta spingendo al cambiamento. Ho deciso di portare nel nuovo percorso il ricordo che mi hanno lasciato le persone, utenti, operatori e psicologi, con cui ho vissuto questi ultimi 2 mesi e mezzo a S.P.O.T.:

  • la calma di Gianluca che a volte ti aiuta a conoscere meglio gli altri, anche nei momenti più difficili, oltre al suo grande altruismo; la sincerità disarmante di Loris, che mi aiuterà a dire ciò che penso con educazione; l’intelligenza di Valerio, per poter essere pronto a vivere nel mondo quando sarà finito il programma di cura; la calma e l’obbiettività di Piero per poter valutare la strada percorsa; la bontà di Alessandra ed Alberto, per accogliere con serenità le nuove amicizie; l’apertura mentale di Sara per poter scoprire nuovi orizzonti; i consigli di Andrea di cui farò tesoro; l’allegria e la semplicità di Luna; la forza morale di Lorenzo che mi ha insegnato a rispettare le regole; la creatività di Daniele; la forza che voglio lasciare a Luca e Francesco per andare avanti, perché mi rivedo nel loro stato d’animo iniziale di coinvolgimento emotivo nel gruppo; il sorriso di tutti gli operatori, quando hanno capito che stavo migliorando; i consigli della psicologa Greta che mi ha sempre detto di dare sfogo alle emozioni; gli occhi della psicologa Anita, che mi spronavano ad andare in fondo alle cose, senza limitarsi; la verità nelle parole dello psicologo Carlo quando mi diceva che “ero stato e sarò io” l’artefice delle mie azioni; di tutto lo staff del servizio, mi porterò la grande umanità e la vicinanza di Valeria; la semplicità di Ludovica; la vicinanza di Carolina e di Costanza, la dolcezza mista ai colori pastello del look di Marco.

In generale voglio ringraziare tutti per aver creduto in un altro me, per essere orgogliosi del mio cambiamento e della mia scelta di andare avanti nel percorso di cura, cosa che mi riempie di buone energie e che mi fà ricordare cosa significhi volersi bene.

Massimo

revisione testo a cura di Stefano Spada Menaglia
Area Comunicazione Fondazione Villa Maraini