La richiesta di aiuto di un carcerato giunta per lettera a Massimo Barra:

Ciao Massimo, ti scrivo ora perché ho bisogno del tuo aiuto per ricostruire la mia famiglia.

Le mie bimbe sono in casa famiglia e mia moglie è in carcere, ma ci sentiamo ancora una famiglia e nessuno ci potrà togliere il diritto di tornare tutti insieme a giocare e ridere.

Nella mia vita non ho mai avuto chi mi dicesse questo è giusto, quello è sbagliato, ma dentro di me ho dei sentimenti che mi dicono di non arrendermi a questo fallimento.

Mia moglie mi ama, le mie bimbe mi amano, io non ho mai fatto nulla di buono e me ne sono fregato sempre di tutto e di tutti anzi se ho potuto me ne sono anche approfittato.

Mi ricordo quel giorno in cui sei arrivato in macchina a Villa Maraini, io ero lì per chiedere un boccone per pranzo, ti ho visto mentre scendevi dalla macchina e ti salutato, tu mi hai chiesto che stessi facendo lì e mi dicesti che la tua porta era sempre aperta se avessi avuto bisogno di aiuto.

Bene, il momento di fare qual passo e chiedere aiuto è arrivato, Giancarlo e Julius mi conoscono ma per com’ero, che se dovevo affrontare un problema scappavo e me ne fregavo. Ero così fino a quando mi sono sposato e sono cambiato, ora sono responsabile della mia famiglia che però è stata spazzata via dal mio stile di vita diciamo bizzarro e non a norma con la società. Ora sono pronto a fare quel percorso che mi aiuterà ad uscire dalla dipendenza e mi farà tornare insieme alla mia famiglia.

 

Se la tua porta è ancora aperta Massimo, fammi entrare, rispetterò dall’inizio alla fine tutto quello che il percorso mi chiederà senza se e senza ma.

Ho bisogno di riscattarmi, di dimostrare che il passato è passato e che sono deciso e determinato a cambiare ma ho bisogno del tuo aiuto.

Con ansia attendo una tua risposta

Buona giornata da un perdente che potrà fare la differenza se qualcuno glielo permetterà

Con stima

F.