Caro Carlo, cari operatori, cari volontari, cari tirocinanti, caro Gruppo, caro Spot (Servizio Psicoterapeutico, Osservazione e Trattamento),questi sei mesi insieme sono stati lenti, veloci, di ulteriore consapevolezza, di gioie, di dolore e anche di accettazione. Mi sono sentito però a casa e per me SPOT rimane questo, una delle tante case dove ho abitato e dove un giorno spero di poter tornare solo per salutare.

Ho cercato di curare il servizo SPOT come se fosse una mia scatola di protezione, una scatola veramente speciale, sia nella sua forma esteriore che nei suoi contenuti e nell’umano che la compone; così come mi piacerebbe avere cura di me stesso e delle persone che mi circondano. A volte ci sono riuscito, tante altre mi sono illuso di averlo fatto, tante altre ancora non ci sono riuscito e, a volte, non mi sono neanche reso conto se ci ero riuscito o meno. In ognuno di questi casi, quello che mi ha fatto sentire di essere nel posto giusto, era quel sentirmi accettato, avendo la possibilità di essere autentico, potendo sfogare la rabbia, anche fino alle lacrime, avendo la possibilità di essere arrogante, o gentile, o sorridente, divertito, scocciato, o ancora sincero!

Riassaporare la sensazione di essere lucido, provare di nuovo le emozioni: confuse e diverse di fronte alle piccole cose della vita quotidiana, un quotidiano che era per me inimmaginabile.
Sentirmi, all’inizio, diverso dagli altri utenti in cura, come se non avessi gli stessi problemi di dipendenza patologica da sostanze, per poi capire invece di avere proprio quel problema, è stata la più grande conquista di questi sei mesi insieme. Un percorso in cui sono stato scrollato dagli psicologi, come se fossi costreetto a volare ma a testa in giù, però tenendo botta e sbrogliando i tanti nodi delle mie matasse. In qualcosa sono già riuscito.

Le basi per il seguito di questo cammino dovranno partire dal fare i conti con i comportamenti e i miei modi di essere, che mi fanno male, cercando però di rispettare sempre me stesso e curando le mie ferite profonde. Mi porto via anche le sensazioni provate durante le uscite al mare, al lago, e poi le lezioni di musica, verranno via con me anche le relazioni sane, non inquinate dalle sostanze, con l’obiettivo un giorno di passare ogni tanto da questa “casa” non volando, ma camminando a testa alta.

Con affetto,
D. D.

a cura di Stefano Spada Menaglia
Area Comunicazione Villa Maraini-CRI