Una vita di lavoro e di affetto per la sua compagna quella che Federico, romano di 50 anni, svolge fino allo scoccare dei 40 anni dove avviene la svolta drammatica: la scoperta della droga e del sesso estremo.

Una famiglia d’imprenditori nella ristorazione quella di Federico, che  partecipa al business familiare non volendo proseguire gli studi, con ottimi risultati, raggiungendo una solidità economica non indifferente. Ma come tristemente noto la vita porta anche a rovesci improvvisi dovuti ad incontri sbagliati o a situazioni che possono sfuggire di mano.

Tutto cambia un giorno quando, aspettando un amico che usciva dall’ufficio, Federico incontra una persona, abusatore di sostanze, che lo trascinerà nella dipendenza patologica.

Scatta l’amore e come un film già visto, anche l’uso di droga. Dopo qualche anno però l’evento che trasformerà un uso vizioso in dipendenza, una sera ad una festa, ospite di un’amica facoltosa, per “gioco” viene spinto a provare il crack (cocaina cotta e fumata). Al primo tiro prova una sensazione di disgusto, non solo per il sapore della sostanza, ma anche per quello che vede intorno a sé: le persone raccoglievano da terra qualunque cosa per fumarla, visto che ormai la così detta “bottiglia del fumo” era rimasta vuota. Il crack però è una droga potentissima, che non dà scampo in quanto a dipendenza e così, le serate di fumo si moltiplicano con l’aggiunta di una nuova sostanza detta “la droga dello stupro” il GHB.

Questo per Federico è l’inizio della pratica del “chemsex” (sesso chimico), ovvero pratiche sessuali totalmente disinibite dall’uso di sostanze che portano al sesso di gruppo senza protezioni, senza limiti e riserve, per ore.

Legare la propria sessualità alla droga, vuol dire distruggere l’intimità profonda che si può creare con un partner e condannarsi a non riuscire più a provare piacere senza l’assunzione di sostanze. Inizia per Federico quindi un lungo periodo fatto di ricerca continua di soldi, almeno 1000 euro al giorno servono per pagare gli spacciatori, costringendolo a dilapidare tutto ciò che aveva costruito sia con il suo lavoro, che utilizzando parte dei soldi di famiglia. Parte con la vendita di orologi e preziosi, per finire con la vendita di due appartamenti in zone centrali della Capitale.

La droga ti induce ad uno stile di vita incompatibile con il lavoro; viene allontanato dalla famiglia ormai esasperata, ma soprattutto inizia a trovarsi in situazioni estreme, che gli fanno rischiare la vita sia a causa dell’abuso di droga che della violenza che si scatena nell’ambito delle orge cui partecipa, dove si usano pratiche di soffocamento controllato, bondage estremo con impossibilità di difendersi da eventuali abusi etc.

Passati ormai quasi 10 anni in queste condizioni, ormai stremato, senza più possibilità economiche e alla luce di 2 ricoveri d’urgenza per overdose, Federico decide di allontanarsi dalla persona “tossica” che lo spingeva ad abusare di sostanze e sesso, scappando da Roma proprio poco prima del lockdown da Covid-19. Ma gli spacciatori sono organizzati e non si lasciano “sfuggire” una preda così preziosa, così gli inviano la droga tramite l’utilizzo degli NCC direttamente nella casa fuori Roma dove si è ritirato. Inizia per Federico un periodo di assunzione di sostanze in un primo tempo in solitudine, poi tramite i social con persone con le quali ricomincia ad organizzare festini sempre più distruttivi per lui. I genitori, ormai disperati, decidono di recarsi a Villa Maraini-CRI per chiedere di poter partecipare al gruppo di autoaiuto per genitori i cui figli ancora non hanno deciso di curarsi, per capire come comportarsi e cercare di convincere il figlio a iniziare un percorso. Nello stesso periodo Federico incontra, nel ristorante di famiglia, un amico che confessa di aver iniziato proprio a Villa Maraini-CRI il percorso di cura e lo invita a fare altrettanto. Così a Maggio 2021, Federico ormai stremato e consapevole di essere ad un passo dalla morte, si presenta a Villa Maraini-CRI e accolto da un operatore prima e da uno psicologo poi, svolge il primo colloquio. Insieme al team dell’accoglienza decide di frequentare il servizio SPOT (Servizio Psicoterapico Osservazione e Trattamento) dove tutt’ora è in cura dal 24 Maggio.

Ad oggi sono 3 mesi che Federico vive  senza sostanze e sesso, con la voglia di andare oltre ed entrare in Comunità Terapeutica per svolgere un percorso di cura strutturato. Prima di finire l’intervista Federico cita una frase di un film che aveva visto e che vuole sia la chiave del suo percorso di cura:

“Abbraccia il dolore, perché il dolore ti salverà da questa vita di abuso” .

a cura di Stefano Spada Menaglia

Area Comunicazione Fondazione Villa Maraini