Si sono concluse con la gita al Lago di Vico le uscite estive degli utenti del Servizio Psicoterapico Osservazione e Trattamento (SPOT).

“La cosa che ha differenziato questa uscita dalle altre è stata fare un gruppo terapeutico basato sulla meditazione collettiva scandita da suoni, nella fattispecie ripetere una vocale. Sembra facile andare tutti insieme, emettere il suono continuato e fare la pausa, ma non lo è. Partire, tutti sgangherati per poi riuscire ad andare all’unisono è un po’ una metafora di quello che stiamo cercando di fare nel percorso terapeutico.”Racconta Danilo 44 anni con problemi di dipendenza da alcol iniziata all’età di 16 anni, incalzato da Ilaria 40 anni, poli-assuntrice di sostanze da quando aveva 20 anni sfociati in una dipendenza patologica da alcol: “Fare questo gruppo entrando tutti insieme a contatto con le nostre ansie e paure per poi svuotarle di significato, grazie ai suoni e non mettendo tutto a tacere con le sostanze. Io per esempio quando andavo in gita automaticamente  abusavo di alcol. Vincere questa tentazione è stato difficile, ma allo stesso tempo più facile di quello che avrei potuto immaginare, grazie alle regole che ho imparato a rispettare. Infatti, quando siamo in sede viviamo in un ambiente protetto dove non ci sono rischi di ricaduta, dove ci viene insegnato anche a rispettare le regole, cosa che all’inizio è stato difficilissimo, perché ero priva di ogni freno.”

“Anche io ho notato che il problema che accomuna tutti quelli che abusano di sostanze” aggiunge Danilo, “è volere tutto e subito e siccome non sempre è possibile avere quello che si vuole, le sostanze sono un buon modo per superare il problema. Quindi accettare le regole è come far parte di un cerchio che si autoalimenta e ti aiuta a trovare energia e voglia di dire no alle sostanze e alla cose ottenute in modo ‘facile’ “

“ Concordo!” incalza Ilaria “infatti trovo che le uscite servano anche a capire come siamo cambianti e come ci comportiamo con gli altri, dopo un periodo di cura” continua Danilo “Infatti fare queste uscite è stato bello perché ci ha permesso di frequentarci anche fuori da Villa Maraini-CRI, cosa che ci è vietata normalmente.”  – Nel periodo iniziale del percorso di cura è preferibile che le varie fragilità siano tenute lontane, per non rischiare di peggiorare la situazione-

“Io questa uscita l’ho vissuta anche con un po’ di tristezza, perché sapevo di stare per fare il salto terapeutico, passando al Servizio Trattamento Integrato Ambulatoriale (TIA), che mi consentirà di fare un percorso più strutturato di tipo comunitario, ma non residenziale e quotidiano, in quanto ho necessità di continuare a lavorare. Sarà un passaggio molto importante, qui a SPOT ho ricevuto la giusta motivazione per impegnarmi in un percorso terapeutico che sarà molto più impattante ma spero decisivo per risolvere definitivamente il mio problema.” Conclude Ilaria.

Anche io passerò al TIA e porterò con me questa esperienza di SPOT, dove sono arrivato davvero a pezzi, dopo un mese in cui assumevo alcol non più per il piacere di farlo, ma per non stare male e tremare. Mi hanno aiutato a riprendermi, fare mente locale e capire quanto sia necessario per me affrontare un percorso più difficile e complesso, che sono sicuro mi aiuterà a liberarmi da questa orrenda dipendenza” termina Danilo.