I dati sulla droga ci hanno descritto, fino ad ora, un mondo della tossicodipendenza prettamente maschile. Negli ultimi anni invece c’è stato un aumento di donne, che hanno chiesto di accedere ai nostri servizi  ed oggi raccontiamo la storia di Claudia e Federica, in cura presso il nostro Centro di Prima Accoglienza.

Claudia 35 anni ha iniziato all’età di 12 a fumare cannabis con gli amici: “per sentirmi uguale agli altri, mi stavo affacciando alla vita fuori dalla famiglia, volevo essere accettata” poi con l’iscrizione al Liceo entra in contatto con le sostanze sintetiche e cocaina.

Federica 30 anni: “Anche io ho iniziato giovane a 14 anni sempre con le canne, sempre in gruppo delle cosiddette “amicizie sbagliate”. Provenivo da una famiglia di grandi lavoratori, che non mi avevano fatto mancare nulla, come succede a molti ragazzi.”

Poi Claudia, terminato il liceo, sceglie di continuare gli studi all’università. Per mantenersi inizia sia a lavorare nel campo del cinema che: “…ad organizzare Rave Party, dove non solo consumavo e spacciavo, ma ho incontrato quello che sarebbe diventato mio marito, sposato all’età di 25 anni. Un rapporto nato e vissuto in funzione del consumo di Cocaina, che ha portato la violenza nel nostro rapporto, facendolo terminare bruscamente.”

Federica: “ Anche io dai 19 anni, avevo iniziato a consumare eroina ed ho conosciuto uno spacciatore di etnia Rom, che poi ho scelto di sposare. Siamo andati a vivere in una roulotte e sono rimasta incinta. Quindi ho smesso di usare sostanze, ma lui no. I figli crescevano, ma la situazione si faceva difficile, perché lui non aveva lavoro ed era diventato violento.”

Claudia: “ Io dopo la fine del rapporto con mio marito, ho sentito la necessità, dopo tanto uso di un eccitante, di passare ad usare un calmante: l’eroina, che mi dava quell’estraniazione dalla realtà, indispensabile per stare bene. Sentivo che era tutto sbagliato e che mi stavo facendo del male, in più mia madre mi spingeva a smettere, così venni a Villa Maraini e per qualche notte, dormii al Centro Notturno. Feci i primi colloqui al Centro di Prima Accoglienza dove passavo la giornata, ma non ero ancora pronta a smettere di usare eroina, così me ne andai. La reazione di mia madre, fu la classica reazione di chi è esasperata e pensando di fare il mio bene, mi mise alle strette, dicendomi che non mi avrebbe accolto in casa. Qui presi una decisione estrema: vivere in strada. Tanto era forte la voglia e la necessità di continuare ad usare la sostanza, che ho preferito rinunciare alla vita dei ragazzi “normali”, cioè avere una stanza con un letto comodo e pulito, potermi lavare quando volevo, e stare al riparo dalla violenza. Così per 2 anni sono stata svegliata a calci, da chi doveva aprire i cancelli della metropolitana di Roma, o di un sottopassaggio, o di un negozio. Ho visto morire amici dal freddo e dalle condizioni estreme in cui si stava. Poi un giorno guardando alcuni senzatetto che avevano oltre 70 anni e che facevano questa vita da sempre, mi sono detta basta, questo non può essere il mio futuro.”

Federica: “Anche io capii che in quella situazione di violenza con mio marito, non potevo stare e non potevano stare i miei figli, così l’ho denunciato e sono andata a stare dai miei genitori. Ma come molte di queste storie raccontano, mi sono fatta convincere per amore a tornare con lui, portandomi anche i figli. Questo non è sfuggito al Giudice, che vista la situazione, ci ha tolto la patria potestà, portandoci fisicamente via i figli. Da quel momento, presa dalla disperazione, sono ricaduta nel consumo di cocaina, che fumavo in continuazione con mio marito, per allontanare il dolore della perdita dei figli.”

Claudia invece, che aveva provato la durezza della vita in strada, prende la decisone di: “tornare a Villa Maraini, dove questa volta ho affrontato un percorso terapeutico, che mi ha fatto capire che avevo delle potenzialità. Così mi sono mossa trovando lavoro. Guadagnavo bene ed ero brava, quindi sono stata anche promossa e spostata da Roma, per andare a dirigere un’area dell’azienda da sola. Forse il troppo stress e l’aver interrotto il percorso terapeutico, per via della lontananza da Roma, mi ha fatto ricadere. Da lì, la perdita del lavoro e la  ripresa del consumo estremo e continuo di eroina. Per procurarmi i soldi facevo reati, non mi sono mai voluta prostituire, anche se molte mie amiche lo facevano, sfruttate da persone senza scrupoli. Sono stata arrestata ed ho fatto il carcere. Appena finita la detenzione, ho provato a chiudermi in una Comunità e sono anche uscita disintossicata, ma non guarita. Così alle prime difficoltà, discriminata perchè ex carcerata, ho subito ricominciato a farmi. Ma questa volta era maturata in me la voglia di farla finita. Andavo tutti i giorni a Tor Bella Monaca, per comprare e consumare, infatti ho avuto 4 overdose. A salvarmi sono stati gli operatori del Camper di Villa Maraini, che con pazienza e tenacia mi hanno convinto anche a tornare in sede, per avere una nuova possibilità di cura.”

Federica che aveva ricominciato un uso massiccio di cocaina: “ avevo la necessità di trovare soldi per farmi, così ho iniziato a rubare, mio marito non voleva più spacciare perché era più pericoloso, ovviamente per lui! Così mandava me a rubare, per procurarci i soldi per il consumo. La cosa peggiore era che, per rubare e farmi, non andavo a salutare i miei figli fuori scuola, non partecipavo alle feste di compleanno, nonostante mia madre, cui erano stati affidati, mi avvisasse sempre di tutto. Il rapporto con loro andava sempre peggio, fino a quando, hanno smesso di chiamarmi Mamma. Questo è stato il momento in cui, ho capito che la sostanza mi stava togliendo la cosa più importante della mia vita: l’amore dei figli. Sembra incredibile ma è così, la sostanza ti toglie tutto, ti annebbia il cervello e ti fa smettere anche di essere madre. Questo è inaccettabile e non voglio più che accada. Stavo troppo male per un piacere che durava tra l’altro, sempre di meno. E’ un po’ come il cane che si morde la coda, più ti rendi conto che stai facendo errori, più consumi per dimenticarli, fino a che non tocchi il fondo. Io sono arrivata a Villa Maraini un giorno di Novembre scorso, dopo 3 giorni che non dormivo e mi facevo in continuazione, così alle 5 di mattina, ho preso l’autobus e sono venuta a chiedere aiuto.”   

Claudia: “Ora, a 35 anni, ho un obiettivo: diventare volontaria di Croce Rossa, perché penso di sapere bene cosa voglia dire vivere nel disagio e come aiutare.  Vorrei proprio poter trovare un lavoro nell’ambito sociale, che mi riempia l’esistenza, tenendomi lontana dal mio male: l’eroina.”

Federica: “ Il  mio obiettivo è entrare nella vostra Comunità, per fare tutto il percorso e potermi riprendere i figli. Può sembrare banale, ma vorrei dargli quella madre, che la cocaina mi ha impedito di essere.”