La lettera di una mamma che ringrazia tutti gli operatori del servizio T.I.A. dove il figlio si è curato per abuso di cocaina.
“Mamma ho parlato con Stefania. Tra 2 mesi ho finito!”
Il giorno che ho aspettato tra mille dubbi, ansie e incertezze è arrivato. Dovrei essere contenta. Sicuramente lo sono. Se penso al giorno in cui abbiamo varcato quella porta di Villa Maraini-CRI… Ero avvilita, arrabbiata, demoralizzata, ma allo stesso tempo convinta che non avevamo altra scelta se non l’aiuto di una comunità. Messo alle strette mio figlio M. venne a fare il primo colloquio e da quel giorno iniziò seriamente il suo percorso. Tre volte a settimana, tra analisi di controllo delle urine, gruppi terapeutici e sedute dallo psicologo, per uno che iniziava mille cose e non ne portava a termine nemmeno una… mi sembrava un’utopia.
Ed invece eccoci qui.
Grazie a voi, Anna e Vincenzo, al vostro supporto, alle vostre tirate d’orecchio, quando, per esempio, partecipando al gruppo genitori, ricordo l’arrabbiatura dello psicologo Vincenzo, mentre raccontavo di aver messo il chiavistello alla porta di casa per controllare quando M. tornava a casa. Quindi anche io sono riuscita a lavorare sulle mie ansie, sulle mie paure, che per anni mi hanno bloccata. Ci hanno bloccati. Grazie alla dolce psicologa Stefania che è riuscita a catturare M. con i suoi modi accoglienti ma fermi. Grazie all’operatore Fulvio, che con la sua esperienza si mette al fianco dei ragazzi sostenendoli e supportandoli. Grazie a tutto lo staff di Villa Maraini-CRI per averci insegnato tanto. Quando i primi tempi accompagnavo M. e lo aspettavo davanti al Servizio Trattamento Integrato Ambulatoriale, su quel divano ho visto tanta disperazione passarmi davanti, rappresentata da tutti quegli utenti che vengono a prendere il Metadone in Ambulatorio.
Con il tempo poi ho capito che era la stessa disperazione che avevamo anche noi, ma vestita con abiti diversi, quella dell’eroina, quindi diversa sostanza d’abuso, ma il vuoto è lo stesso. Ora dovremo imparare a camminare da soli. Questo un po’ mi spaventa ma spero che il futuro di mio figlio sia finalmente sereno. Chissà se mai vi darò questa lettera. Intanto l’ho scritta.
B. mamma di M.