A. utente in cura presso il nostro Servizio Psicoterapeutico Osservazione e Trattamento, nei primi giorni di inserimento nei gruppi di cura ha voluto lasciare questo scritto:

“Durante questi due giorni avrei voluto intervenire diverse volte nei gruppi, ma un qualcosa mi bloccava, come se potessi sentirmi giudicato, non per i miei sbagli, ma per la mia fragilità che tanto, forse troppo, ho rifiutato durante la mia vita. Ma ascoltando i racconti di altri utenti in cura, mi sono sentito fragile e mi è piaciuto. E’ come se avessi avuto davanti uno specchio che rifletteva ciò che sentivo, ma che veniva affrontato dagli altri in modo diverso da come ho sempre fatto, che poi, a pensarci bene, in realtà non l’ho mai affrontato, ma solo messo da parte. Ma le cose, quando le metti da una parte, marciscono e quando marciscono la puzza diventa insopportabile. Allora ti metti dei tappi nel naso, ma chi ti vende quei tappi non ti dirà mai che potrebbero soffocarti, e io stavo lì lì per soffocare. Ma poi, grazie al gruppo terapeutico qui a Villa Maraini-Croce Rossa, ho capito che c’è un’altra via, cioè affrontare quella puzza. All’inizio è disarmante, quasi ti porta al rigetto, ma piano piano ci si ricorda che prima, quelle cose, avevano un buon odore. E allora mi chiedo, per esempio come mai Roberto ieri nel gruppo si è sentito di dire che si sentiva un fuori di testa? Non è forse vero che oggi la normalità non appartiene più a nessuno?! Che vuol dire la parola normalità? Vuol dire avere sempre un comportamento stabile, o vuol dire essere in grado di dare sempre il meglio?

Per me vuol dire saper stare con i cosiddetti normali adeguandosi alla società. E allora mi rendo conto che forse dovrei smettere di ricercarla quella cosiddetta “normalità”, ma semplicemente dovrei cercare di essere umano. E al giorno d’oggi ce n’è ben poca di umanità lì fuori. Sono tutti così “normali”… Allora io dico che forse il matto non è colui che non riesce a mantenere un comportamento riconosciuto come normale, perchè non riesce a volersi bene, in quanto ha una terribile paura di un futuro migliore; ma matto è colui che nasconde tutto questo solo per dimostrarsi e dimostrare di essere normale. Detto ciò, io non scelgo né di essere normale né di essere un matto, ma scelgo di essere semplicemente me stesso. Questo non vuol dire che non mi senta sbagliato, ma stavolta non mi farò influenzare dai miei pensieri negativi, ma dal coraggio di cambiarli. Grazie.

A.

 

a cura di Stefano Spada Menaglia
Area Comunicazione Villa Maraini-Croce Rossa